Tritarifiuti: cosa sapere prima di montare un dissipatore di rifiuti

 

Siamo tutti sempre più attenti ai rifiuti ed il problema dello smaltimento sta anzi assumendo contorni decisamente preoccupanti in un mondo in cui si consuma sempre di più, in modo qualche volta ossessivo e spesso senza curarsi dell’impatto che il nostro consumismo ha sul pianeta.

 

Una maggiore sensibilità all’ambiente, all’ecosistema ed alla gestione delle risorse in modo più sostenibile, devono essere gli input che orienteranno il nostro futuro. Se vogliamo lasciare qualcosa di ancora fruibile alle future generazioni dovremo sicuramente puntare al contenimento degli sprechi ed al risparmio energetico.

 

In questa ottica, pur se con qualche decennio di ritardo rispetto agli Stati Uniti, anche da noi e’ approdato un nuovo elettrodomestico, un aggeggio sicuramente pratico e che per certi versi ha anche una sua utilità per quanto concerne il rispetto per l’ambiente, stiamo parlando del tritarifiuti o, come in modo altezzoso viene chiamato, il dissipatore di rifiuti alimentari.

 

Si tratta di un tritatutto che viene integrato nel lavello della cucina, in particolare in prossimità del tubo di scarico e che e’ in grado di sminuzzare e tritare finemente quasi tutti i rifiuti organici che vengono trasformati in una poltiglia semiliquida facilmente smaltibile con l’acqua del rubinetto attraverso lo scarico fognario delle acque bianche domestiche.

 

In commercio ormai ce ne sono diversi modelli che hanno tutti caratteristiche analoghe salvo la diversa potenza.

 

In effetti la differenza sostanziale e’ proprio rappresentata dalla potenza e la scelta dovrebbe essere fatta anche tenendo in considerazione il numero di persone che abitano nella casa e quindi la conseguente presumibile quantità di rifiuti da smaltire.

 

E’ facile prevedere come, insieme al compattatore di rifiuti, anche il tritarifiuti domestico entrerà a far parte molto presto degli elettrodomestici di uso comune nelle nostre case. Infatti tra le varie alternative per lo smaltimento o il riutilizzo delle risorse, si sta facendo sempre strada l’impiego del tritarifiuti domestico o dissipatore di rifiuti che permette di triturare e sminuzzare finemente i residui alimentari agevolandone lo smaltimento attraverso la rete fognaria.

 

Sembra incredibile, ma la quantità di rifiuti alimentari che può essere ‘digerita’ da questo elettrodomestico e’ veramente ampia, si va dalla pastasciutta avanzata (ovviamente quella non riutilizzabile), alle bucce della frutta, allo scorze degli agrumi, ai gusci delle uova, per arrivare addirittura alle ossa, alle noci e cosi’ via.

 

Il tritarifiuti può essere agevolmente alloggiato sotto il lavello della cucina e collegato al tubo di scarico, sarà solo necessario far allargare adeguatamente il foro di scarico del lavello per potervi applicare il collettore del tritarifiuti che normalmente ha un diametro maggiore di quello dei lavelli venduti in Italia (3,5” pari a 8,9 cm.)

 

VANTAGGI DEI TRITARIFIUTI

 

La diffusione di questo elettrodomestico in Italia e’ stata in parte rallentata da una serie di luoghi comuni che, di fatto, nascondono la nostra proverbiale pigrizia mentale, oltre ad una evidente disinformazione. Non corrisponde infatti al vero che lo scarico nella rete fognaria di materiali risultanti dalla frantumazione di sostanze organiche tramite il dissipatore possa dar luogo ad accumulo di grandi quantità di fanghi e provochi fenomeni di intasamento. Non esiste alcun fondamento che ciò avvenga, neppure nel caso, auspicabile ma altamente improbabile, che la quasi totalità degli utenti utilizzi il tritarifiuti nella propria abitazione. Peraltro i residui organici sono, come noto, facilmente attaccabili e scomponibili dagli enzimi secondo i principi base della depurazione.

 

Alcuni poi sostengono che possa essere necessario un maggior quantitativo di acqua potabile per smaltire e far defluire i materiali tritati. In realta’, trattandosi proprio di materiali organici e quindi prevalentemente costituiti da una alta percentuale di acqua (basti pensare alle verdure o alle bucce della frutta), non necessita molta acqua.

 

Per contro con l’eliminazione dei rifiuti organici, attraverso il tritarifiuti, si elimina anche il problema degli odori sgradevoli della spazzatura tenuta in casa e di quella messa nei cassonetti (sia della differenziata che quella tradizionale).

 

 

MODELLI DI TRITARIFIUTI

 

Come abbiamo già detto esistono vari modelli di tritarifiuti o dissipatori di alimenti, in particolare in base alla potenza. Ne esistono da 350 Watt a 750 Watt e oltre, in relazione al numero di persone che compongono il nucleo familiare e della quantità di rifiuti prodotti quotidianamente.

 

Si tratta di apparecchi altamente efficienti, silenziosi, provvisti di sistemi anticorrosione e con elevato standard di sicurezza, infatti dispetto alle immagini spesso utilizzate dalla cinematografia horror, lo sminuzzamento avviene senza necessita’ di lame affilate, ma semplicemente attraverso la pressione creata dalla forza centrifuga e  da abrasione, inoltre il dispositivo viene avviato mediante un interruttore pneumatico che può essere posto sul lavello o sul piano di lavoro.

 

In Italia la normativa che regola questa materia e’ ricompresa nel DL 152/199, modificato e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 3/1/2009.

 

Per quanto attiene ai prezzi, sul mercato esistono modelli semplici che costano 2/300 euro per arrivare a modelli un po’ più sofisticati, sempre per uso domestico, che possono costare 1.500 euro.

 

MONTAGGIO DISSIPATORE DI RIFIUTI

 

Montare il tritarifiuti e’ veramente molto semplice. Esistono in commercio dei kit di montaggio che permettono a ciascuno di provvedere da soli all’istallazione del proprio tritarifiuti.

 

 

Come abbiamo già detto, l’unica modifica sostanziale da apportare al proprio lavandino e’ rappresentata dall’aumento del diametro del foro dello scarico per adattarlo all’imboccatura del tritarifiuti, cosa che si può fare facilmente mediante una fresa conica in acciaio studiata appositamente per allargare i fori dei lavelli. Dopodiché sarà sufficiente seguire passo passo le istruzioni del kit di montaggio con la sequenza esatta dell’orine di posizionamento delle varie guarnizioni.

 

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