Certificazione impianto elettrico: chi la fa e quando è obbligatoria?

elettricista che lavora su presa: solo i professionisti possono fare la certificazione impianto elettrico

In questa guida parliamo della certificazione dell’impianto elettrico: quando è obbligatoria e quando è comunque preferibile averla? Lo scopo è capire così cosa significa “impianto elettrico a norma”.

 

Con l’impianto elettrico non si scherza. Se non a norma, o addirittura danneggiato, può mettere a repentaglio l’incolumità delle persone. È il motivo per cui il legislatore ha stabilito norme così severe e ha imposto, in alcuni casi, l’obbligo di certificazione. Ne parliamo qui, fornendo una panoramica della certificazione medesima, spiegando quando è obbligatoria e quando andrebbe comunque realizzata.

 

Cos’è la certificazione impianto elettrico?

 

La certificazione dell’impianto elettrico è un documento ufficiale che attesta la conformità dell’impianto alle normative di sicurezza vigenti. Viene rilasciata a seguito della verifica dell’impianto, e garantisce che sia stato realizzato o modificato nel rispetto delle disposizioni di legge.

 

Perché un impianto sia considerato a norma, deve soddisfare gli standard stabiliti dal Decreto Ministeriale 37/2008 e rispettare le prescrizioni delle norme CEI, in particolare la CEI 64-8. Tali norme riguardano aspetti come l’adeguatezza dei materiali utilizzati, la protezione contro i contatti diretti e indiretti, l’efficienza dei sistemi di messa a terra e l’installazione di dispositivi salvavita come gli interruttori differenziali.

 

Inoltre, deve essere garantita la protezione da sovraccarichi e corto circuiti, nonché l’idoneità dei cavi e delle connessioni alle specifiche tecniche richieste.

 

Quando è obbligatoria la certificazione dell’impianto elettrico?

 

La certificazione dell’impianto elettrico è obbligatoria in almeno due casi.

 

  • Costruzione di nuovo impianto: la certificazione è obbligatoria quando viene realizzato un impianto elettrico ex novo, sia in edifici residenziali che in strutture commerciali o industriali. Questo garantisce la conformità dell’impianto alle normative di sicurezza vigenti.

 

  • Modifica radicale all’impianto: è necessaria la certificazione quando si effettuano interventi significativi che alterano la struttura originaria dell’impianto, come il rifacimento totale, l’ampliamento di quadri elettrici o l’aggiunta di nuove linee, per assicurare che il sistema rimanga sicuro ed efficiente.

 

Come vedremo più avanti, esistono casi in cui non è formalmente obbligatoria, ma è comunque preferibile realizzarla.

 

Ci sono altri casi di certificazione per l’impianto elettrico?

 

Gli altri casi comprendono tutti quegli scenari in cui non sussiste un obbligo di legge, ma in cui la certificazione è caldamente consigliata. Per esempio…

 

  • Impianto vecchio e obsoleto: è preferibile richiedere la certificazione quando l’impianto elettrico risale a molti anni fa e non è stato sottoposto a manutenzione adeguata. Questo permette di verificare che risponda agli standard di sicurezza attuali, e all’occorrenza intervenire, riducendo il rischio di guasti, cortocircuiti o incidenti.

 

  • Immobile da vendere o affittare: effettuare la certificazione è consigliato quando si intende cedere un immobile, poiché fornisce una garanzia di sicurezza e conformità agli acquirenti o agli affittuari. Questo può rappresentare un valore aggiunto nella trattativa, agevolando la transazione e assicurando maggiore trasparenza rispetto alle condizioni dell’impianto elettrico.

 

Nelle fattispecie che abbiamo appena presentato, ovvero quando si deve certificare un impianto esistente, si parla di Dichiarazione di Corrispondenza (Di.Co.). Il nome è diverso, gli effetti sono i medesimi della certificazione ex novo.

 

Come si fa la certificazione di un impianto esistente?

 

Come viene realizzata la certificazione di un impianto esistente? Ecco le fasi principali.

 

  • Verifica preliminare dell’impianto: si effettua un controllo visivo e tecnico per valutare lo stato generale dell’impianto elettrico. Si identificano eventuali componenti danneggiati, obsoleti o non conformi alle normative attuali, come cavi, prese, interruttori e dispositivi di protezione.

 

  • Esecuzione delle prove tecniche: si realizzano una serie di test sull’impianto, tra cui la verifica della continuità del circuito di protezione, la resistenza di isolamento, l’efficacia della messa a terra e il funzionamento degli interruttori differenziali. Queste prove confermano che l’impianto sia sicuro e risponda agli standard tecnici richiesti.

 

  • Adeguamento dell’impianto, se necessario: nel caso in cui vengano riscontrate non conformità o carenze, si procede con gli interventi necessari per portare l’impianto agli standard previsti. Questo può includere la sostituzione di componenti, l’installazione di dispositivi mancanti o l’adeguamento delle linee esistenti.

 

  • Redazione della documentazione tecnica: una volta verificata la conformità dell’impianto, si prepara la documentazione necessaria, che comprende la già citata Dichiarazione di Conformità (Di.Co.) e gli allegati obbligatori, come lo schema dell’impianto, i risultati delle prove effettuate e una relazione tecnica.

 

  • Rilascio della certificazione: il tecnico abilitato o la ditta specializzata emette il certificato, il quale attesta che l’impianto è stato verificato e soddisfa le normative di sicurezza. Questa certificazione rappresenta un documento ufficiale richiesto per garantire la sicurezza dell’impianto in caso di controllo o transazione immobiliare.

 

Certificare l’impianto elettrico e risparmiare: ecco come si fa

 

La certificazione è appannaggio degli elettricisti o delle ditte abilitate. È un documento ufficiale, con cui il tecnico, dopo attente verifiche, garantisce il rispetto della normativa da parte dell’impianto. Ovviamente, la certificazione si paga. La buona notizia è che il costo è variabile, e dipende anche dalle esigenze e dalla politica dei prezzi dello specialista. Si tratta di una buona notizia, in quanto lascia un certo margine per risparmiare.

 

Come fare? Semplice, confrontando i preventivi. Questo però devono essere:

 

  • Di qualità, ovvero provenire da ditte o specialisti competenti;

 

  • Dettagliati, in modo da non riservare sorprese al committente;

 

  • Omogenei, in modo da facilitare il confronto.

 

Preventivi così non si trovano chiedendo personalmente ai professionisti abilitati e alle imprese qualificate. Si trovano chiedendo ai tool di richiesta preventivi come Ristrutturazione 3X2. Vuoi certificare il tuo impianto elettrico? Chiedi i preventivi online e risparmia.

 

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