Le case moderne ormai non utilizzano quasi più i coppi come copertura, sia per una questione di praticità sia per i costi delle tegole ed infine per la loro non facile reperibilità.
Va detto, d’altra parte, che un tetto in coppi (di tipo romano o di tipo toscano, che sono I più diffusi ed apprezzati) e’ pur sempre un tipo di copertura che conferisce indubbiamente valore e pregio alla casa, e’ duraturo nel tempo e, se ben fatto, costituisce una sicura barriera alle intemperie e una buona coibentazione.
TIPI DI COPPI PER LA COPERTURA DI UN TETTO
Come avviene per un abito, che si può comprare confezionato e bell’e pronto in un Centro Commerciale oppure lo si può commissionare ad un sarto che te lo confeziona su misura, anche la copertura del tetto può avere prezzi e qualità diversi, ma ben diverso e’ anche il risultato finale.
Un altro fattore che non può essere trascurato nella scelta della copertura e’ rappresentato dal contesto ambientale in cui si inserisce la vostra abitazione in quanto esistono anche vincoli paesaggistici e regolamenti locali che impongono il rispetto di criteri uniformi.
Sull’argomento della copertura di un tetto, abbiamo già pubblicato diversi articoli correlati anche se per temi leggermente differenti, come le tegole solari o i pannelli solari per il tetto, articoli ai quali si rimanda per le loro specificità.
Ma torniamo ai nostri coppi….
Oggi esistono coppi che potremmo definire dei moderni cloni dei veri coppi in cotto da posizionare uno per uno secondo metodi consolidati dalla tradizione e dall’esperienza dei maestri carpentieri italiani. I moderni ‘succedanei’ di coppo sono tuttavia molto funzionali pratici esteticamente molto simili e assai meno cari. (ma non sono la stessa cosa!!!)
Si tratta di manufatti in laterizio che riproducono la sagoma di più coppi saldati insieme presentandosi come un pezzo unico e con l’evidente risultato che la loro posa richiede meno tempo ed una struttura portante, l’orditura lignea, meno robusta. I coppi ‘moderni’ sono facilmente posizionabili anche su un tetto in cemento armato.
POSA DEI COPPI
Come sempre ci corre l’obbligo di ricordare che per poter effettuare questi lavori occorre essere in possesso di una buona dose di nozioni di carpenteria, infatti trattandosi di lavori specialistici occorrerebbe rivolgersi a degli specialisti, non ultimo per il rispetto delle norme di sicurezza che sono importantissime per la salvaguardia di tutti e per la buona riuscita del lavoro. Questo e’ quello che dovevamo dire e..l’abbiamo detto. Ora pero’ chi legge e’ quasi certamente un amante del ‘fai da te’ e quindi ……. pur salvaguardando quello che concerne gli aspetti della sicurezza, per il resto faremo da soli!!!
Abbiamo predisposto alcuni semplici disegni al fine di rendere meglio l’idea di come sarebbe opportuno procedere con la posa dei coppi.
Come sempre la partenza e la parte più importante e la cura che si porrà nella posa iniziale sarà ciò che ci consentirà di procedere speditamente senza dover effettuare dispersive correzioni che spesso hanno anche un effetto visivo non proprio professionale e che potrebbero anche compromettere la stabilita’ di quello che andiamo a fare.
Facciamo una premessa. Un tetto di coppi ben posizionati e’ assolutamente a prova di trafilaggi d’acqua, tuttavia un sasso, la grandine o l’intasamento dovuto alle foglie, potrebbero provocare la rottura di un coppo e quindi se la struttura portante non e’ costituita da un lastrico di cemento armato, e’ quanto mai suggeribile posare sull’intelaiatura di travetti una guaina bituminosa, comunemente detta ondulina per via della sua sagomatura.
La guaina si deforma col calore prendendo la forma dei coppi che le saranno appoggiati sopra facendo cosi’ da isolante termico e impermeabilizzando il tetto. Normalmente il rifacimento del tetto avviene con la bella stagione ed e’ quindi sufficiente il sole a modellare l’ondulina, qualora invece si operi in climi più freddi, una buona passata col phon dei capelli (o, per i più sofisticati, con un phon industriale) sarà d’aiuto.
Poiché stiamo parlando di rifacimento di una copertura del tetto, presumiamo che la gronda sia già installata, cosi’ come l’intelaiatura di travetti su cui poggiano i vecchi coppi e, sempre perché stiamo operando ‘in economia’, cercheremo di usare al massimo quanto abbiamo a disposizione. Quindi, sebbene la prima fila di tegole dovrebbe essere costituita da tegole rettangolari apposite per la partenza, noi useremo i coppi tagliati a meta’ con un flessibile e di essi utilizzeremo la meta’ dal lato più largo.
Come si vede dal disegno n.1 la prima fila e’ costituita da coppi posti con la parte concava verso l’alto e il lato stretto verso la grondaia (questi coppi li chiameremo basi). Le basi dovranno sporgere dalla linea di gronda per circa meta’ della larghezza della grondaia stessa per evitare sia che l’acqua finisca sull’ondulina del tetto sia che sorpassi la grondaia. Poggeremo subito le seconde basi sovrapponendole alle prime per almeno 7 cm. Per evitare il possibile ritorno d’acqua.
Dimenticavamo di dire che (a meno che non si tratti di un tetto con sottostante un lastrone di cemento, sarebbe opportuno procedere per file (normalmente 3 o quattro file verticali per volta) per evitare di camminare troppo sul tetto.
Anche la guaina può essere stesa man mano che si procede, ricordandosi sempre di sovrapporre i lembi dall’alto verso il basso in modo che l’acqua scorra sempre sopra e non penetri sotto.
Fatta la prima file di 3 o 4 tegole base di partenza posizionate orizzontalmente come sopra descritto, si posano sopra i mezzi coppi (cfr. fig. 2) che avremo provveduto a tagliare col flessibile, con la faccia convessa rivolta verso l’alto, il lato largo verso la grondaia e allineati con i coppi sottostanti cioè sporgenti dalla linea di gronda per meta’ della larghezza o comunque per almeno 6 o 7 cm.
Fatti questi primi passi il resto e’ semplice e si procede sempre allo stesso modo, avendo cura di fissare tutti i primi coppi mediante una piccola cazzuolata di malta di calce o bastarda (non cementizia, qualcuno usa anche silicone per laterizi) posta tra il mezzo coppo ed il coppo che vi appoggeremo sopra. Una precauzione utile in caso di vento e per evitare che la neve possa far scivolare i coppi uno sull’altro. Tale precauzione va adottata per tutta la prima fila orizzontale e per le file verticali di inizio e fine tetto.
L’unica difficoltà che incontreremo da qui in avanti e’ rappresentata dalla necessita’ di raccordare l’andamento dei coppi (e dell’ondulina) con eventuali comignoli.
Normalmente in questi casi si usa una banda stagnata opportunamente sagomata e posizionata attorno al laterizio del comignolo avendo poi cura di passare una mano abbondante di guaina liquida per impermeabilizzare questo che e’ uno dei punti piu’ deboli per le infiltrazioni d’acqua.
Ora, se il lavoro ve l’hanno fatto dei muratori, non vi resta che ringraziarli e pagarli, se invece lo avete fatto voi, magari con gli amici, potete versare sul tetto una mezza bottiglia di spumante e brindare alla buona riuscita con la restante meta’.