In questa guida parliamo di rifacimento dell’intonaco. Spiegheremo quando è necessario procedere con questo intervento, come viene realizzato, quali sono le soluzioni a disposizione. In chiusura, offriremo indicazioni per contenere la spesa senza che ciò comprometta la qualità e la resa dei lavori.
L’intonaco assume un ruolo fondamentale per qualsiasi elemento murario. Il suo scopo è proteggere ma, non di rado, valorizzare le pareti e in generale gli edifici sul piano estetico. Soprattutto quando esterno, però, è soggetto a usura, se non altro perché esposto agli agenti climatici. Dunque, iniziamo proprio da questo punto, ovvero dai casi in cui è necessario procedere con il rifacimento dell’intonaco.
Quando procedere con il rifacimento dell’intonaco
Gli interventi relativi all’intonaco vantano una lunga tradizione in edilizia e quindi sono ben codificati. Dunque, i casi in cui il rifacimento si rende necessario, e persino preferibile alla riparazione, sono noti. Eccoli.
- Presenza diffusa di crepe o distacchi: quando l’intonaco presenta numerose crepe o si stacca in più punti, la riparazione puntuale non basta più. Per inciso, il problema può derivare da movimenti strutturali, infiltrazioni o cattiva adesione al supporto, rendendo opportuno il rifacimento completo.
- Degrado avanzato da umidità: l’intonaco deteriorato a causa di umidità ascendente o infiltrazioni prolungate tende a perdere coesione e resistenza meccanica. L’intervento di rifacimento è spesso l’unica soluzione per eliminare i sali presenti, risanare la muratura e applicare materiali traspiranti e idonei.
- Necessità di migliorare l’isolamento termico: il rifacimento dell’intonaco può accompagnarsi alla posa di intonaci isolanti o alla realizzazione di sistemi a cappotto. In questo caso, l’intervento ha uno scopo funzionale e prestazionale, e va oltre la semplice manutenzione estetica.
- Interventi strutturali o consolidamenti: se l’edificio è oggetto di interventi strutturali, come incatenamenti, rinforzi o consolidamenti murari, l’intonaco va necessariamente rifatto per ripristinare la continuità superficiale e garantire protezione agli elementi sottostanti.
- Cambiamento del rivestimento estetico: talvolta il rifacimento è legato a scelte estetiche, come la sostituzione dell’intonaco tradizionale con uno a finitura particolare o con decorazioni moderne. Anche in questo caso è opportuno intervenire in modo completo per garantire uniformità e durata.
Insomma, è necessario il rifacimento quando i danni sono estesi e quando vi è la voglia di “cambiare”.
Le tipologie di intonaco
Il rifacimento dell’intonaco, piuttosto che la mera riparazione, consente di rinnovare questo fondamentale elemento e quindi introdurre soluzioni nuove. Per farlo, è ovviamente necessario conoscere quelle attualmente disponibili.
- Intonaco tradizionale a calce: realizzato con calce, sabbia e acqua, è traspirante e ideale per edifici storici o in pietra. Offre una buona resistenza all’umidità ed è compatibile con murature antiche. Si applica in più strati e si distingue per l’aspetto naturale e opaco.
- Intonaco cementizio: composto da cemento, sabbia e additivi, è resistente e meccanicamente robusto. È adatto per ambienti esterni o soggetti a sollecitazioni. Tuttavia, è poco traspirante, quindi non sempre adatto ad ambienti interni o murature soggette a umidità.
- Intonaco deumidificante: è progettato per murature soggette a umidità ascendente. La sua struttura microporosa favorisce l’evaporazione dell’acqua interna senza danneggiarsi. È spesso utilizzato in interventi di risanamento edilizio ed è compatibile con intonaci a base calce.
- Intonaco termoisolante: realizzato con materiali alleggeriti e isolanti (come perlite o polistirolo), migliora l’efficienza energetica della parete. È utile nei lavori di riqualificazione energetica e può essere impiegato come supporto a sistemi di isolamento più complessi.
Ma ecco una tabella che riassume le peculiarità di queste tipologie.
Tipologia |
Composizione |
A cosa serve |
Peculiarità principali |
Calce |
Calce + sabbia + acqua |
Intonacare muri traspiranti o storici |
Elevata traspirabilità, aspetto naturale, compatibilità storica |
Cementizio |
Cemento + sabbia + additivi |
Intonacare muri esposti o soggetti a stress meccanici |
Resistente, duraturo, ma poco traspirante |
Deumidificante |
Calce idraulica + inerti + additivi |
Risolvere problemi di umidità ascendente |
Microporoso, permette l’evaporazione dell’acqua |
Termoisolante |
Leganti + inerti isolanti (es. perlite) |
Isolare termicamente e ridurre i ponti termici |
Buona resa isolante, alleggerisce la struttura muraria |
La tipologia più comunque è quello cementizio. Rappresenta lo standard, ma più per una questione di costi e praticità che per una presunta superiorità sulle altre soluzioni.
Come si rifà l’intonaco
Il rifacimento dell’intonaco è appannaggio degli esperti, anche se di tanto in tanto gli amanti del fai da te, o dei lavori di muratura, si cimentano. Ad ogni modo, è bene conoscere almeno a grandi linee il processo. Ecco le fasi che lo compongono.
Rimozione dell’intonaco esistente: si procede con la demolizione completa dell’intonaco danneggiato fino ad arrivare alla muratura. Questa fase è essenziale per garantire la corretta adesione del nuovo strato. Si utilizzano scalpelli o martelli demolitori, con attenzione a non danneggiare la struttura sottostante.
Pulizia e preparazione del supporto: una volta scoperta la muratura, si elimina la polvere e si trattano eventuali residui friabili o sali. Spesso si applica una mano di fissativo o aggrappante per favorire l’adesione dell’intonaco successivo e migliorare la resa complessiva.
Applicazione degli strati d’intonaco: si comincia con uno strato grezzo (rinzaffo), seguito da uno di arriccio per dare spessore, e infine uno di finitura. Ogni strato ha tempi di presa specifici e va applicato in sequenza per assicurare compattezza e uniformità.
Stuccatura e levigatura finale: l’ultimo passaggio prevede la lisciatura della superficie, che può essere lasciata grezza, leggermente granulosa o completamente liscia a seconda del tipo di finitura desiderata. Eventuali imperfezioni vengono corrette prima che l’intonaco asciughi del tutto.
La questione della procedura fornisce l’occasione per distinguere tra il rifacimento dell’intonaco esterno e il rifacimento dell’intonaco esterno.
Nel primo caso le sfide sono maggiori: l’intonaco deve resistere agli agenti atmosferici, quindi si utilizzano materiali più robusti e spesso impermeabili. Serve una maggiore attenzione alla coibentazione e all’adesione.
Il rifacimento interno, invece, è meno esposto, dunque può privilegiare la traspirabilità e la resa estetica.
Come risparmiare anche sull’intonaco
Il rifacimento dell’intonaco è un intervento di finitura dunque non è certo il più costoso in assoluto. Nondimeno, può comportare una spesa significativa. Spesa che può essere ridotta senza compromettere la qualità. Come fare? Basta brandire con intelligenza l’arma dei preventivi.
ll consiglio è raccogliere più preventivi, confrontarli, individuare all’interno di questo paniere l’offerta migliore in termini di rapporto qualità prezzo.
Questo metodo funziona però solo se i preventivi sono dettagliati e omogenei, condizioni necessarie affinché il confronto sia utile.
Trovare preventivi di questo tipo con la ricerca classica, quella che prevede il contatto diretto ma “a casaccio” con le imprese, è inefficace. Nella migliore delle ipotesi, ci si ritrova con materiali troppo disomogenei.
Meglio rivolgersi ai tool di richiesta preventivi, che sono pensati proprio per mettere l’utente nelle condizioni di effettuare una fruttuosa analisi comparata.
Tool come il nostro, di Ristrutturazione 3×2, che anzi spicca per la facilità di utilizzo e per la rapidità con cui emette i preventivi.
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