In questo articolo parliamo di chiusura dei balconi, un intervento che in passato rappresenta un must ma molto richiesto ancora oggi. Riveleremo le condizioni per poter realizzare legalmente i lavori, forniremo informazioni sulle soluzioni più adottate.
La chiusura dei balconi è un intervento apprezzato in quanto capace di impattare in primis sulla metratura e in secondo luogo sull’esperienza abitativa. Tuttavia, è anche molto delicato poiché assume un forte significato strutturale. Nei prossimi paragrafi, ne parliamo dal punto di vista tecnico e normativo.
Perché la chiusura dei balconi
Prima di lanciarci in disquisizioni tecniche, è bene fare il punto della situazione e spiegare perché la chiusura dei balconi è così richiesta.
- Aumenta lo spazio abitabile: chiudere un balcone significa ampliare la superficie interna e quindi rendere fruibile un ambiente che prima era soggetto agli agenti atmosferici. Si ottiene così una sorta di “stanza in più” che può essere adibita a lavanderia, studio o zona relax.
- Migliora l’efficienza energetica: la chiusura del balcone può contribuire a creare un’intercapedine termica, riducendo le dispersioni di calore d’inverno e di fresco d’estate. Si tratta quindi di un’azione utile per abbattere i consumi e contenere le bollette.
- Incrementa la sicurezza: un balcone chiuso è meno accessibile dall’esterno e offre maggiore protezione contro furti o intrusioni. Inoltre, la chiusura garantisce un livello di sicurezza superiore, dettaglio non di poco conto se si hanno bambini piccoli o animali domestici.
- Protegge da smog e rumori: chi vive in zone trafficate sa quanto lo smog e i rumori possano essere fastidiosi. Qui entra in gioco la chiusura del balcone, che crea una barriera fisica che scherma gli ambienti interni migliorando comfort e qualità dell’aria.
Dunque, risulta ovvio che la chiusura del balcone sia un intervento funzionale che agisce su spazio, efficienza e qualità della vita.
Cosa dice la normativa sulla chiusura dei balconi
Come già anticipato, la chiusura dei balconi è un intervento delicato in quanto incide sulle forze strutturali che dominano l’edificio. Di base, si può fare solo a determinate condizioni.
In particolare, non deve alterare in modo significativo la volumetria dell’edificio, né modificare il prospetto in maniera sostanziale. Ogni Comune può avere regole leggermente diverse, ma il principio è uno: l’intervento è considerato una trasformazione edilizia rilevante.
In genere, la chiusura è ammessa solo se non comporta nuova volumetria abitativa (come accade con strutture leggere e smontabili). Inoltre, è indispensabile il rispetto delle distanze minime tra edifici e delle norme igienico-sanitarie.
Nei condomini, serve anche il nullaosta dell’assemblea, poiché si modifica l’estetica della facciata e si incide sul decoro architettonico.
Per inciso, per la chiusura dei balconi è necessario sempre ottenere un permesso. Nello specifico, si tratta del Permesso di Costruire, che è obbligatorio per tutte le opere che incidono sulla volumetria e sull’estetica dell’edificio.
È un’autorizzazione rilasciata dal Comune dopo un’attenta verifica del progetto. Il costo complessivo varia a seconda del Comune, ma in media si aggira tra i 250 e i 500 euro per i diritti amministrativi.
A questo si sommano i costi del tecnico abilitato (geometra o architetto), che si occupa della progettazione e della presentazione della pratica, che possono essere molto elevati.
Come chiudere un balcone
Le soluzioni per chiudere un balcone sono meno di quanto ci si possa immaginare, ma esprimono una certa varietà. Ecco le tre più adottate in assoluto.
- Vetrate scorrevoli amovibili: sono la soluzione più “leggera” e meno invasiva. Non creano aumento di volume, quindi possono spesso essere installate con iter semplificato. Inoltre, sono ideali per balconi esposti al sole e al vento.
- Verande in alluminio e vetro: strutture resistenti, realizzate su misura, che trasformano il balcone in una vera e propria stanza aggiuntiva. Hanno però un impatto volumetrico e richiedono autorizzazioni più complesse.
- Chiusure in PVC o policarbonato: più economiche, rapide da installare e con un discreto isolamento termico. Sono adatte per usi stagionali e spazi non destinati alla permanenza continuativa di persone.
Chiaramente ogni soluzione ha pro e contro, e la scelta dipende dall’uso previsto e dal budget disponibile. Ma ecco un prospetto.
Soluzione |
Materiali principali |
Impatto volumetrico |
Iter autorizzativo |
Costo indicativo |
Vantaggi principali |
Svantaggi principali |
Vetrate scorrevoli amovibili |
Vetro temperato, alluminio leggero |
Basso (nessun volume) |
Spesso basta una CILA o SCIA |
Medio (da 300 a 500 €/mq) |
Estetica gradevole, installazione rapida |
Minore isolamento termico/acustico |
Veranda in alluminio e vetro |
Alluminio, vetro camera |
Alto (crea volume) |
Serve Permesso di Costruire |
Alto (da 700 a 1200 €/mq) |
Aumenta la superficie abitabile |
Tempi lunghi, burocrazia complessa |
Chiusura in PVC o policarbonato |
PVC, policarbonato |
Medio (dipende dalla struttura) |
In genere SCIA o Permesso |
Basso (da 200 a 400 €/mq) |
Economica, rapida, buon isolamento |
Estetica meno raffinata, durata inferiore |
Certo, spesso siamo nel campo della soggettività, ma materiali, impatto volumetrico e complessità normativa sono comunque aspetti da considerare.
Come risparmiare sulla chiusura del balconi
La chiusura di un balcone è un intervento importante che può incidere pesantemente sul budget familiare. Il desiderio di risparmiare è quindi legittimo, a patto che non si traduca in un abbassamento della qualità o nel rischio di opere abusive.
Il modo più efficace per ridurre la spesa è confrontare più preventivi, anche a distanza, in modo da valutare attentamente ogni voce di costo, dalla progettazione alla realizzazione. Questo approccio consente di evitare sorprese e di selezionare l’impresa più adatta al proprio caso specifico.
Funziona particolarmente bene con lavori come questo, perché l’intervento si presta a interpretazioni tecniche differenti: materiali, modalità esecutive, durata del cantiere, permessi.
Un preventivo-tipo, ben fatto, deve indicare con chiarezza: il tipo di struttura proposta, i materiali usati, il tempo previsto per l’esecuzione, i costi dei permessi, la parcella del tecnico e le eventuali opere accessorie. Questo livello di dettaglio consente un confronto oggettivo tra le proposte.
Per trovare questi preventivi in modo rapido e sicuro, il consiglio è di usare i tool digitali di richiesta preventivo, che mettono in contatto i privati con imprese già verificate.
Uno dei migliori per questo tipo di lavori è Ristrutturazione 3×2, che permette di ricevere fino a tre offerte gratuite da imprese della propria zona. Il servizio è affidabile, gratuito e consente di scegliere in base a prezzo, esperienza e recensioni.
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